Se tentasse di cambiare la realtà, finirebbe comunque per soffrire e essere trattato come colpevole. Qualunque cosa facesse per dimostrarsi innocente non avrebbe alcun valore. Non può avvicinarsi a Dio in un tribunale come farebbe con un uomo. Ci vorrebbe una sorta di arbitro per frenare le azioni di Dio contro di lui. Solo allora Giobbe avrebbe potuto difendersi. Quindi, Giobbe dice a Dio che odia la sua vita. Gli protesterà affinché smetta di condannarlo finché non gli avrà mostrato il suo peccato. Chiede se in qualche modo Dio trae piacere dall'attaccarlo e allo stesso tempo favorire i malvagi. Sa che Giobbe è innocente e che è impotente contro di Lui. Sembra che abbia motivazioni malvagie nei confronti di Giobbe. Dio sarebbe ansioso di scoprire anche il peccato più minuscolo che Giobbe potrebbe commettere in modo da poterlo punire. Se così fosse, perché ha lasciato nascere Giobbe e invece lo attacca continuamente? La prossima persona a parlare con Giobbe è Zofar. Chiede a Giobbe se è possibile che una persona così prolissa possa avere ragione. Potrebbe un discorso così empio ridurre gli altri al silenzio in modo che lui sembri aver vinto la discussione? Zofar desidera che Dio stesso gli mostri quanto si sbagliava Giobbe. Se fosse saggio, realizzerebbe con gratitudine l'altro lato del suo caso. Chiede a Giobbe di pentirsi, di tornare a Dio e di abbandonare i suoi peccati. Solo allora il passato sarà completamente dimenticato. Giobbe risponde dicendo che quello che ha appena detto Zofar, chiunque può saperlo. Dio distrugge
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