Il 16 aprile 2007, Seung-Hui Cho, uno studente universitario di 23 anni, ha scioccato la nazione quando ha perpetrato il massacro più mortale nella storia degli Stati Uniti. La violenta furia ha avuto luogo nel campus della Virginia Tech University a Blacksburg, in Virginia, dove Cho era uno studente laureando in inglese. Prima di puntare la pistola contro se stesso e sferrargli un colpo mortale alla testa, Cho uccise più di 30 tra i suoi compagni di classe e docenti universitari; numerosi altri sono rimasti feriti. In una strana svolta, diversi giorni dopo la tragedia, un pacco che si ritiene essere stato spedito da Cho durante la sparatoria è stato ricevuto alla NBC News di New York. Il pacchetto conteneva foto di Cho in posa con le pistole, oltre a videoclip e varie pagine di scritti di Cho. Descrivendosi come un martire vendicatore dei deboli e degli indifesi, gli obiettivi delle invezioni rabbiose di Cho includevano studenti ricchi, bulli, cristianesimo e società (Kleinfield, 2007). Sulla scia di tragedie come quella del Virginia Tech, una risposta pubblica automatica è quella di volere risposte e spiegazioni immediate. Sembra logico che qualcosa di così straordinariamente terribile e sbagliato debba essere stato causato da un problema o da un’anomalia altrettanto insolita e scandalosa. Tuttavia, spiegare gli atroci crimini di violenza non è così semplice; comprendere il comportamento violento coinvolge molteplici, e talvolta contrastanti, prospettive teoriche e discipline. La causalità del crimine iniziò a essere al centro dello studio nelle scienze biologiche e comportamentali in rapido sviluppo durante il 19° secolo. Le prime teorie biologiche proponevano che il comportamento criminale fosse radicato nella biologia e basato su tratti ereditari. Cesare Lombroso (1836-1909), medico carcerario dell’esercito italiano, coniò il termine “atavismo” per descrivere “la natura del criminale”. sistema disgregato di agenzie frammentate e dipartimenti separati. Inoltre, esaminare la violenza attraverso lo sviluppo sociale richiede studi a lungo termine sullo sviluppo attraverso le fasi della vita. Sfortunatamente, all’indomani di crimini come gli omicidi della Virginia Tech, la pressione di reagire può superare la pazienza di agire in modo logico. Works CitedGross, T. (2013, 30 aprile). Il criminologo ritiene che il comportamento violento sia biologico. Estratto da http://www.npr.org/2013/05/01/180096559/Kleinfield, NR (2007, 21 aprile). Prima della rabbia mortale. Estratto da http://www.nytimes.com/2007/04/22Loughan, A. (2012, luglio). Impatti neurocognitivi per i bambini poveri e abbandonati. Estratto da http://www.apa.org/pi/families/resources/newsletter/2012/07Schmalleger, F. (2009). Capitolo 8. In Criminologia oggi (5a ed.). Columbus, Ohio: Pearson.
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