Topic > Pedro Páramo di Juan Rulfo - 1082

Immagina di camminare in una città deserta, sfinito dai raggi cocenti del sole. Diventa sempre più difficile raccogliere l’ultima oncia di energia per fare un altro passo, e alla fine cadi a terra. In questo esempio l'ambientazione è migliorata in modo da sviluppare un tono di disperazione per il personaggio. Innanzitutto, l'ambientazione è sviluppata in un modo che pone una difficoltà al personaggio. Inoltre, la città è priva di vita, il che rende impossibile qualsiasi aiuto al personaggio e il sole stesso sta creando difficoltà al personaggio. Allo stesso modo, Juan Rulfo utilizza l'ambientazione del suo romanzo, Pedro Páramo, per influenzarne il tono, che alla fine porta al suo scopo di scrivere il romanzo. Comala, il luogo in cui si svolgono gli eventi del romanzo, è raffigurato in un modo parallelo al Purgatorio, mentre la linea temporale è distorta in modo che le barriere tra passato e presente siano distorte, allo scopo di creare l'effetto desiderato sul lettore. Considerare il tempo è fondamentale quando si parla del tono di Pedro Páramo. Rulfo non sviluppa una linea temporale lineare, il che significa che Comala non esiste in un tempo. Invece, passa dal presente al passato, come passare dalla madre di Juan Preciado che gli dice che "[suo] padre è morto"" (Rulfo, 24), a "Padre Rentería...recitando la messa per i morti" (Rulfo, 25). Attraverso questa distorsione del tempo, Rulfo riesce a far prevedere al lettore cosa accadrà dopo, sviluppando così un tono di perplessità. Inoltre, poiché Rulfo utilizza questa tecnica, può essenzialmente posizionare gli eventi nell'ordine che preferisce, il che significa che può posizionare gli eventi uno accanto all'altro che enfatizzano un certo punto. Ad esempio, la scena con Padre Rent... in mezzo al foglio... come Eduviges Dyada che stava ancora “vagando come un'anima perduta” (Rulfo, 33). Inoltre, poiché Rulfo passa avanti e indietro tra il passato e il presente – l'essere morto del passato e il vivente del presente – è in grado di eliminare la barriera tra i due, favorendo la fluidità tra loro. Il fatto che la seconda metà del romanzo si svolga mentre Juan è morto sottoterra amplia anche l'idea che la morte non sta finendo. Un altro aspetto di questa idea è che quando uno muore, qualcos'altro lo sostituisce, come la gente delle "case abbandonate" (Rulfo, 8), che ora hanno "porte vuote e ricoperte di erbacce" (Rulfo, 8). Da ciò il lettore può vedere che la morte non è qualcosa di cui aver paura e che la morte non è una fine, ma un'altra opportunità per vivere. Opere citate Rulfo, Juan. Pedro Paramo. Trans. Margaret Sayers. Peden. New York: Grove, 1994. Stampa.